E’ notizia dell’11 dicembre (2018) che il tribunale di Bari ha disposto la chiusura della sede di Casapound di Bari, al termine di una indagine coordinata dal procuratore aggiunto Roberto Rossi sui fatti che partono dalla manifestazione del 21 settembre scorso quando, al termine di una manifestazione di protesta contro il ministro degli Interni, Matteo Salvini, tre persone furono aggredite da alcuni militanti di Casapound , armati di manganello, che si erano dati appuntamento, proprio in occasione della manifestazione, nella loro sede di via Eritrea (quartiere Libertà) per un attacco premeditato (quel giorno accorsero alla sede di bari militanti da tutta la Puglia).
Trenta i fascisti indagati per l’aggressione e per ricostituzione del disciolto partito fascista. Nelle perquisizioni ritrovati anche dai manubri busti di Benito Mussolini, bandiere della X Mas e il Mein Kampf di Adolf Hitler.
Ovviamente il leder del movimento neofascista Simone Di Stefano si è lamentato che: “A Bari provvedimenti fuori dalla realtà, fummo noi gli aggrediti”. Come no!
L’aggressione si era consumata alla fine della manifestazione. Dalle immagini delle telecamere risulta come l’azione sia stata unilaterale da parte dei fascisti provenienti dalla sede di CasaPound che hanno raggiunto un gruppo isolato che – a fine corteo – si era fermato a pochi metri da via Eritrea.