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Sabato 19 ottobre. Presidio contro l’occupazione turca del Nord-Siria e in solidarietà con le comunità del Rojava!

Il 9 ottobre le forze armate turche, approfittando del ritiro del contingente americano, hanno lanciato un attacco (aereo e via terra) in Rojava, regione a maggioranza curda nel nord della Siria, nazione a sua volta sconvolta da una guerra a tutto tondo.
Da tempo il presidente della Turchia, Erdogan, che nel suo paese si comporta come un vero dittatore, fremeva per questa soluzione. L’attacco ha già prodotto più di 500 morti, migliaia di feriti e qualche decina di migliaia di sfollati in fuga dall’area.
Ufficialmente l’attacco all’interno dei confini siriani è stato giustificato con la volontà di creare una “zona cuscinetto” ai confini tra Siria e Turchia, in cui sistemare i profughi della guerra siriana presenti in quest’ultimo paese… ma le vere motivazioni stanno altrove!
Anche la credenza che sia in corso uno scontro puramente etnico è sbagliata e non centra il punto della questione. Pur se esiste la volontà genocida di eliminare i curdi dalla regione, la paura maggiore della Turchia – che come altri Stati ha mira egemoniche e si gioca l’influenza politico-economica sull’area – è quella di veder sorgere ai suoi confini un avamposto di sperimentazione sociale qual è, oggi, il Rojava.
In Rojava, fin dall’inizio del conflitto in Siria, è infatti nato l’esperimento sociale e politico denominato “confederalismo democratico”, un sistema di autogoverno dal basso che, pur con tutti i limiti e le contraddizioni presenti in un contesto di guerra, ha rimesso in discussione gli Stati-nazione e sostenuto l’idea di un’economia solidale, riaffermando il principio di autodeterminazione delle comunità. Un vero e proprio esperimento rivoluzionario e libertario, ecologista e femminista, influenzato anche dal pensiero di Abdullah Ocalan che, dopo la lettura e lo studio del pensatore libertario ed ecologista Murray Bookchin, ha abbandonato l’idea di creare uno stato curdo per abbracciare invece l’idea di un federalismo dal basso, aperto alle più varie etnie, lingue, credenze religiose o atee. Proprio per queste caratteristiche, l’esperimento del Rojava ha richiamato persone e militanti da tutto il mondo, inclusa l’Italia, disposte a combattere per difenderlo dagli attacchi delle milizie dell’ISIS. Più di 11.000 donne e uomini delle forze popolari della Siria settentrionale e orientale hanno dato la vita per liberare questa regione dall’ISIS, come il toscano Lorenzo “Orso” Orsetti.
Un’invasione della regione da parte delle forze turche rianimerà l’ISIS, che potrà diventare ancora una volta una minaccia per tutto il Medio Oriente (ma anche per l’Europa) costringendo centinaia di migliaia di persone a fuggire dalle loro case e diventare rifugiati.
Quando le partigiane e i partigiani del Rojava hanno respinto gli attacchi dei fondamentalisti dell’ISIS/DAESH sostenuti dalla Turchia, l’Occidente ha sfruttato la loro determinata resistenza, appoggiandola in maniera opportunistica e ricoprendola di elogi.
Ora che, grazie a quella resistenza, l’ISIS è stato ridimensionato gli Stati Uniti di Donald Trump lasciano via libera all’alleato turco, mentre l’Europa rimane vergognosamente assente: non solo la UE non è stata in grado di approvare un embargo comune sulla vendita di armi verso la Turchia, ma molti dei suoi Stati membri continuano ancora adesso a fornire al regime turco armi e soldi per fermare i flussi di profughi della guerra siriana verso l’Europa.
Il governo italiano, molto ipocritamente, il 14 ottobre scorso ha deciso lo stop all’export di armi verso Ankara, ma solo per i “contratti futuri”, quindi le forniture di armi per gli ordinativi già autorizzati nel passato continueranno (degli 890,6 milioni di euro di ordinativi ne devono ancora essere consegnati alla Turchia circa la metà); inoltre l’esercito italiano partecipa tuttora ad una missione NATO (“Active Fence”), nella base militare di “Gazi Kislaşi” in territorio turco, con un contingente di 130 soldati italiani, 25 mezzi terrestri e un sistema missilistico per difendere l’alleato turco (la Turchia è il secondo esercito della NATO!) da eventuali risposte armate provenienti dalla Siria, come confermato dal sito del ministero della Difesa.
Fa pertanto riflettere che in occasione delle giornate di mobilitazione internazionale in solidarietà al Rojava, abbiano avuto la faccia tosta di scendere in piazza personalità, esponenti e dirigenti di partiti che hanno sostenuto e sostengono anche oggi governi che continuano ad inviare armi alla Turchia e partecipano a missioni NATO in appoggio ad Ankara e che, a dirla tutta, nulla condividono degli ideali che animano l’esperimento rivoluzionario del Rojava!
Invitiamo perciò tutte e tutti a partecipare a questo presidio contro l’occupazione turca della Siria del Nord, in solidarietà con la popolazione curda, con le comunità del Rojava e con le popolazioni siriane stremate da anni di guerra! Ma invitiamo anche gli opportunisti politici e i finti solidali a starsene a casa!
Se una strada di pace è percorribile in medio oriente, questa passa anche per la difesa del Rojava e del “confederalismo democratico” che, pur con i limiti e i possibili miglioramenti, ha dimostrato che solo abbandonando i nazionalismi e gli identitarismi settari è possibile costruire comunità aperte e solidali. Difendere il Rojava significa abbracciare, dare risalto e solidarietà a chi continua a lottare per un’idea di società altra, di giustizia sociale, di libertà… in un mondo che invece pare convertirsi in una sua parte abbastanza ampia ad ideali esattamente contrari, di perseguimento del profitto economico e di chiusura e repressione nei confronti delle diversità.
L’esperienza del Rojava parla a tutto il mondo!

 

 

Cesena, 6 aprile, manifestazione contro il governo Lega-M5S e il decreto Salvini

Clicca: Evento FB

Nascosto dietro al drappo della sicurezza, del “prima gli italiani”, del sovranismo nazionale falsamente anti-europeo e dietro al capro espiatorio di turno (immigrato, centro sociale, campo rom) questo governo Lega-M5S, in modo subdolo e in continuità coi precedenti, ha partorito dei decreti di legge che andranno a danneggiare ulteriormente le fasce più deboli (economicamente e/o socialmente), quindi più ricattabili e soggette a sfruttamento, quali disoccupati, immigrati, precari, studenti e donne.
Tagliando su servizi essenziali, come sanità, case popolari e welfare, questo governo favorirà ancora una volta, in linea con il governo Renzi, i grandi investitori azionari, i grandi imprenditori, le agenzie interinali, le banche e le compagnie assicurative (le strutture capitaliste per eccellenza, insomma!) e, come se non bastasse, sull’onda del precedente decreto Minniti, a conferire ulteriore agibilità decisionale ed operativa a prefetture e forze di polizia in genere.

Il Decreto sicurezza – o Legge 1 Dicembre N° 132 – è un’opera degna della “democrazia militare” nella quale ci si ritrova attualmente. Raddoppiare le pene per i reati che sono comunemente associabili alle lotte sociali, criminalizzare le pratiche di lotta degli operai istituendo il reato di “blocco stradale” con pene fino a 12 anni di carcere, aumentare a dismisura le condanne per i reati di occupazione di stabili statali e non (fino a 4 anni di carcere), revocare il permesso di soggiorno alle persone prive di cittadinanza italiana che subiscono una condanna per i reati appena citati, abolire la protezione umanitaria e la possibilità di iscriversi all’anagrafe per i richiedenti asilo, raddoppiare la detenzione amministrativa nei centri di permanenza per il rimpatrio (CPR, ex CIE, moderni lager per persone senza documenti), estendere l’applicabilità delle pistole Taser e del Daspo urbano, creare nuovi crimini come l’accattonaggio o l’attività di parcheggiatore abusivo, è di fatto una dichiarazione unilaterale di guerra verso il povero, l’emarginato, il diverso, il lavoratore sfruttato e verso tutte quelle soggettività e/o collettivi autogestiti che intraprendono strade conflittuali contro Stato, padroni e capitalismo.
Lo sgombero in assetto da guerra dell’ ”Asilo occupato” a Torino e i recenti arresti di anarchici a Torino e Trento la dicono lunga sull’indirizzo politico di questo governo.

Il DDL Pillon, rallentando e problematizzando ulteriormente la pratica del divorzio, è un palese rigurgito cattolico e fondamentalista incurante della reale problematica famigliare che si può riassumere nella violenza di genere, presente in qualsiasi ambito sociale, derisa e sminuita dallo stesso Ministro.

L’operazione “Scuole sicure”, attraverso l’installazione di telecamere all’interno degli edifici scolastici, cani antidroga e controlli di polizia nelle classi, mira a fare di ogni studente un potenziale criminale, mentre nessun fondo è stato stanziato per la manutenzione degli edifici e delle aule che sono fatiscenti, pericolanti e pericolose per studenti e insegnanti.

Com’è possibile tollerare ancora un governo autoritario, xenofobo, razzista e sessista, non solo nel linguaggio e nella forma, ma anche nella sostanza dei decreti emessi, continuatore dell’opera anti-popolare dei precedenti governi con ancora più cinismo e foga?
Com’è possibile tollerare ancora questo clima da “leggi razziali” che alimenta qualsiasi tipo di violenza fisica e morale nei confronti delle persone con un colore diverso della pelle?
È necessario prendere le distanze da questo scenario inaccettabile. È il momento di resistere attivamente tramite la formazione di percorsi che, anche se trasversali tra loro, possano convergere in una delegittimazione collettiva a questo stato di cose.

NON RESTARE A GUARDARE!
VIENI ALLA MANIFESTAZIONE A CESENA IL 6 APRILE
CONCENTRAMENTO ORE 15:30
IN PIAZZA DELLA LIBERTA’

Si invita a lasciare a casa le bandiere identitarie (con simboli o sigle di partito o associazioni) e a portare solo quelle relative all’antifascismo o a movimenti di lotta nei territori (NO TAV, NO TAP, ecc…).

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Persone raggiunte
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Interazioni

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Cesena, 31 Marzo, Presentazione del libro “Gli Arditi del Popolo”

Domenica 31 marzo
dalle ore 19:00
presso “Circolo Magazzino Parallelo”
via Genova 70, Cesena

Presentazione del libro “Gli arditi del popolo” (Milieu edizioni)
e incontro con l’autore Andrea Staid.

Nato come struttura di difesa/attacco del movimento operaio e caratterizzato da un’ampia partecipazione dal basso, quello degli Arditi del Popolo fu il primo movimento che, negli anni 1921-22, si oppose, armi in pugno, all’avanzata e alle violenze dello squadrismo fascista.

Durante la presentazione:
• buffet benefit / antifa
• banchetto con materiale informativo
A cura dell’Assemblea Antifascista di Cesena.
Evento FB: Antifa Forlì-Cesena

Report del 16 marzo a Ravenna

Grazie a tutt* le compagne ed i compagni che hanno sfilato in corteo a Ravenna lo scorso 16 marzo, per ribadire un deciso NO al decreto Salvini ed alle politiche fasciste e razziste del governo.

Ci vediamo il 6 aprile a Cesena, per la manifestazione contro il fascismo di governo e il decreto Salvini! Ora e sempre resistenza!

Resoconto del presidio per la casa – “Una casa per tutt*!” – di sabato 2 febbraio a Forlì

Nonostante la pioggia, circa una settantina di persone ieri pomeriggio (2 feb) hanno partecipato al presidio per il diritto alla casa – “Una casa per Tutt*!” – in Piazza Saffi a Forlì.
Direttamente sotto il Comune, si è per ore ricordata la tragica attualità della situazione abitativa di tanti individui, costretti a dormire in strada o in alloggi di fortuna (e spesso ci scappa il morto!), tra un volantinaggio ai passanti, materiale informativo, vin brulè per scaldarci, interventi al microfono, musica e cartelli di protesta che in pochi slogan hanno condensato una realtà che appartiene a sempre più persone. Si è ricordato il caso di Bruno, tuttora in lotta per vedere riconosciuto il suo diritto all’assegnazione di un alloggio, leggendo anche una sua recente lettera aperta (purtroppo Bruno era assente per un accertamenti sanitari). Si è ricordata l’inerzia del Comune e dei servizi sociali del Comune di Forlì, che trattano la questione abitativa come un’ “emergenza” delegando il tutto alla solita pelosa carità assistenziale degli enti confessionali. Non sono state dimenticate nemmeno le responsabilità dell’anagrafe cittadina, che spesso non riconosce il diritto per i senza fissa dimora di iscriversi regolarmente alla residenza fittizia indicata dal Comune, omettendo degli atti che dovrebbe invece compiere per legge. Ma si è anche attaccato l’infame decreto sicurezza del governo in carica, che oltre che associare in maniera grave l’immigrazione al termine sicurezza, sicuramente aggraverà questa situazione, gettando per strada altre migliaia di persone a cui verrà tolto ogni diritto a seguito della cancellazione della protezione umanitaria. Infine si è voluto citare i dati reali sulle assegnazioni di case popolari a Forlì, così come in tutta la Regione, che vedono una preponderante percentuale di italiani (più dell’80%) occupare regolarmente un alloggio di edilizia residenziale pubblica, a sfatare il luogo comune che vorrebbe invece che a beneficiarne fossero solo le persone immigrate. Il razzismo sociale è il peggior nemico degli sfruttati, perché li divide quando invece dovrebbero lottare assieme contro le cause del loro sfruttamento e della loro povertà: l’ordinamento socio-economico odierno che genera disuguaglianza sociale!

“Una Casa X Tutt*!” – Forlì Febbraio 2019

Forlì – Una Casa X Tutt*! – Presidio SAB 2 FEB

35.000 nuclei famigliari in attesa di una casa popolare in Emilia-Romagna (stime Acer);

Più di 850 nuclei famigliari in attesa solamente a Forlì;

Migliaia di persone sfrattate perché perdono il lavoro o non possono pagare gli affitti da rapina che il mercato immobiliare pretende;

Rialzo dei canoni d’affitto, da parte della giunta regionale del PD, per chi una casa popolare già l’abita;

Circa 7 milioni di abitazioni vuote o invendute in Italia!
Ma il governo in carica ha aumentato le pene per chi, in stato di bisogno, occupa un immobile abbandonato;

Introduzione dell’assurda norma (volutamente razzista ma che colpisce anche i senza fissa dimora italiani) dei tre anni di residenza in Regione per l’accesso alle case popolari;

Bandi pubblici emessi col contagocce: a Forlì è dal 2013 che non c’è un bando per le case popolari; mentre le assegnazioni speciali per le emergenze abitative non vengono fatte con la scusa della mancanza di soldi; Eppure la Regione a settembre e dicembre ha inviato ai comuni centinaia di migliaia di euro per la manutenzione delle proprietà Erp ! Ma i soldi pubblici (milioni di euro!) vengono investiti nella “sicurezza”: telecamere, fibre ottiche, pattuglie “antidegrado”, pulitura dei muri dai graffiti…

Unica risposta all’“Emergenza Freddo” (come se il freddo d’inverno fosse imprevisto!): un ente confessionale finanziato con soldi pubblici che fornisce dormitori inadeguati, posti disponibili insufficienti e permanenza limitata (alle 8 di mattina gli “ospiti” vengono buttati fuori; inoltre la permanenza nei dormitori è limitata a circa un mese, dopodiché si deve lasciare il letto ad altri);

Come conseguenza di tutto ciò, morti in strada sempre più frequenti: come Franco Lotti, di 67 anni, morto nel dicembre 2011 a Forlì; e Imo Obinna, trovato senza vita in una colonia di Cesenatico questo novembre dopo essere uscito dal sistema di “accoglienza”.

BASTA PRESE IN GIRO ! FUORI LE CASE POPOLARI !
L’UNICA POLITICA ABITATIVA CHE CI SERVE: UNA CASA PER TUTT*

Comitato “Una Casa Per Tutt*!” Forlì
unacasaxtutti@autistici.org

Stamattina Presidio Solidale davanti al Tribunale di Forlì

Stamattina, 23 gennaio, un nutrito gruppo di solidali ha effettuato un presidio davanti all’entrata principale del Tribunale di Forlì. Occasione: l’apertura del processo a carico di alcune persone, accusate a vario titolo di essersi opposte all’apertura in via Albertini a Cesena di una sede di estrema destra, neofascista, avvenuta circa un anno fa. Volantinaggio e striscione a ribadire la solidarietà nei confronti delle persone accusate!
Per noi dell’Assemblea Antifascista di Cesena, come abbiamo avuto modo di dire e scrivere più volte, è il fascismo – vecchio o nuovo che sia – a non avere cittadinanza nella città in cui abitiamo! Crediamo fermamente che il fascismo, il razzismo, il sessismo, l’omofobia, la violenza contro le diversità, l’autoritarismo più becero non debbano trovare spazio, né a Cesena né altrove.
In tante e tanti ci siamo mobilitat* fin da subito contro la deriva xenofoba e fascistoide della società in cui viviamo. Per questo, il processo che si è aperto stamane lo percepiamo non solo come diretto contro alcune persone in particolare ma anche contro i valori dell’antifascismo stesso: un tentativo di zittire ed affossare una lotta collettiva e partecipata, che sta andando avanti da tempo, contro questi rigurgiti nefasti.

Assemblea Antifascista di Cesena

23 Gennaio – Presidio solidale Antifa sotto il Tribunale di Forlì

MERCOLEDì 23 GENNAIO, ALLE ORE 9:00, PRESIDIO SOLIDALE DAVANTI AL TRIBUNALE DI FORLÌ, IN OCCASIONE DELL’APERTURA DEL PROCESSO PER LE PERSONE ACCUSATE DI ESSERSI OPPOSTE AD UN COVO FASCISTA A CESENA

In vista dell’apertura del processo previsto il 23 gennaio 2019 lanciamo un presidio sotto il Tribunale di Forlì per creare una diffusa solidarietà nei confronti delle/degli antifascist* accusat* di essersi opposte in vario modo all’apertura della sede neofascista di via Albertini a Cesena.
In questo momento in cui, a livello locale come nazionale, rigurgiti autoritari, razzisti e fascisti stanno riprendendo forza è necessario e urgente scegliere da che parte stare e mantenere alta l’attenzione e la lotta antifascista!

Stop al Panico! al Magazzino Parallelo Cesena – Benefit Antifa!

Sabato 19 gennaio dalle ore 18:15 
al circolo Arci “Magazzino Parallelo”,
via Genova 70, Cesena: 

“Stop al panico! Note per una maggiore consapevolezza”,

Presentazione della seconda ristampa aggiornata del manuale di difesa legale dell’ “Associazione di Mutuo Soccorso per il diritto di espressione”. Saranno presenti alcuni attivisti e avvocati dell’Associazione impegnati a difendere le persone attive nelle lotte sociali.
Discuteremo delle novità in tema di repressione del dissenso e processo penale – con anche uno sguardo al recente decreto sicurezza –, e parleremo inoltre del prossimo processo che si aprirà il 23 gennaio che vede 5 persone imputate per essersi opposte in varie forme all’apertura della sede neofascista di via Albertini a Cesena.
Durante la serata Aperitivo/Buffet vegan [benefit solidale per le spese legali delle persone imputate a Cesena] a cura di Assemblea Antifascista di Cesena.
Sarà inoltre presente un banchetto informativo con materiale antifascista e antirazzista. 

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Il manuale di difesa legale “Stop al panico!” è una ricognizione ragionata nelle trame del processo penale, pensata per chi prende parte a manifestazioni di piazza e movimenti dal basso. Perché polizie e tribunali sono istituzioni selettive e discrezionali poste da un ordinamento a garanzia di sé stesso, per natura inclini ad essere piegate a fare del dissenso un crimine.
Nella nuova edizione aggiornata molte delle ultime novità legislative con approfondimenti sull’autotutela digitale e sul ruolo delle tecnologie biometriche e genetiche.
https://mutuosoccorso.noblogs.org
mutuosoccorso@autistici.org

Piccolo resoconto del presidio itinerante di sabato 5 gennaio a Cesena

Una cinquantina di persone Sabato 5 gennaio 2019 al presidio itinerante di Cesena, iniziato alle 16:00 da Piazzale della Libertà e poi con tappe intermedie in vari punti della città. Molti i curiosi e i cittadini solidali.
Volantini, musica, striscioni e interventi al microfono per ribadire la solidarietà della Cesena antifascista ed antirazzista alle 5 persone sotto processo con l’accusa di essersi opposte in vario modo all’apertura del covo neofascista di via Albertini a Cesena.
Cesena è antifascista!!!

Ci vediamo tutte e tutti mercoledì 23 gennaio, alle ore 9:00 di mattina, sotto il Tribunale di Forlì, per continuare a diffondere la solidarietà!

L’entrata del Tribunale si trova in piazzetta Cesare Beccaria, in via Carlo Cignani, in pieno centro cittadino e alle spalle dell’Abbazia di San Mercuriale.

ASSEMBLEA ANTIFASCISTA DI CESENA

Solidarietà alle e agli antifascist* sotto processo per l’opposizione ad un covo neofascista a Cesena!

In vista dell’apertura del processo previsto il 23 gennaio 2019 a carico di alcune persone antifasciste, colpite da diverse denunce (violenza privata, diffamazione, minacce ed altre) con l’accusa di essersi opposte in vario modo all’apertura della sede fascista di via Albertini a Cesena, lanciamo per Sabato 5 gennaio un presidio itinerante per le strade della città di Cesena, per creare una diffusa solidarietà nei confronti delle/degli antifascist* accusat*, auspicando la partecipazione di chi, nel corso di quest’anno e non solo, ha attraversato le assemblee e le varie iniziative sul territorio.

Mercoledì 23 gennaio vi è inoltre l’intenzione di rendere visibile
la solidarietà con un presidio sotto il Tribunale di Forlì,
in occasione dell’apertura del processo
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SABATO 5 GENNAIO PRESIDIO
ITINERANTE IN CENTRO A CESENA!
Ore 16:00 ritrovo in Piazza della Libertà Cesena  

Assemblea Antifascista di Cesena cesenantifa@inventati.org

In tante e tanti sabato 1 Dicembre a Cesena al corteo “Una casa per tutt*”!

In tante e tanti sabato 1 dicembre 2018 a Cesena, prima per il
“Bi-vacco Antifascista” in Piazza della Libertà e poi in corteo per le strade ella città per rivendicare “Una casa per tutt*!”
Più di duecento persone, tra cui tante persone immigrate in Italia, in memoria di Imo, morto in una colonia abbandonata a Cesenatico; ucciso dal freddo e dall’indifferenza! Ucciso dalle leggi razziste di questo paese! Avanti con la lotta!!!

 

(Volantino distribuito dall’Assemblea Antifascista di Cesena durante il corteo)
IL DIRITTO DI ESISTERE

A Cesenatico, qualche giorno fa, è morto Imo. È stato trovato senza vita dalla sua compagna, nella colonia abbandonata in cui dormiva. Nonostante avesse documenti e lavoro, non ha trovato nessuno che gli concedesse un alloggio in affitto, per il colore della sua pelle.
Così è morto, da solo, al freddo.
A Cesena, da metà novembre, altre persone sono costrette a dormire in Piazza del Popolo, davanti al Comune, solo per veder riconosciuto il diritto di avere un tetto sulla testa. Hanno iniziato in 4 – richiedenti protezione umanitaria, che hanno ottenuto il reintegro temporaneo nel sistema di accoglienza – poi a loro si sono unite altre persone in condizioni simili e alcuni solidali. Insieme hanno deciso di non nascondersi più e andare avanti in questa lotta!
Sono molte le persone che vivono per strada – italiani e cosiddetti stranieri, senza distinzione! – ma la politica istituzionale (a livello nazionale come locale) non sembra accorgersene. Se ne accorge soltanto quando straparla di degrado e occupazioni abusive, per sostenere ordinanze fasciste e securitarie. Si spendono soldi a palate – milioni di euro! – per spese militari, telecamere e squadracce municipali anti-degrado. Si ridisegna il contesto socio-economico di intere aree della città, sospingendo in zone periferiche le persone più povere tramite la rivalutazione degli immobili e la creazione di infrastrutture e negozi alla moda con annesso aumento del costo di affitti e servizi.
Si favorisce l’insediamento di inquilini facoltosi per trasformare i quartieri popolari in nuove aree di consumo. Non un euro, invece, per risistemare alloggi pubblici e case popolari!
Rivendichiamo perciò anche una socialità differente: aperta, solidale, plurale, spontanea, libera e gratuita, in contrapposizione alle mire politiche e speculative che vorrebbero fare di ogni piazza un luogo del consumo fine a se stesso, e con la scusa della lotta al “degrado” e al “bivacco” colpire non la povertà ma i poveri. Quegli stessi poveri – italiani o immigrati allo stesso modo! – che muoiono di freddo, stenti e solitudine in un angolo di strada – o magari in una colonia abbandonata – poiché la casa, invece di un diritto, è ormai un lusso che in molti non possono più permettersi.
Di fronte a una questione tanto importante non possiamo girarci dall’altra parte! Non possiamo più accettare che alloggi pubblici disponibili, ma sfitti da anni, continuino a restare chiusi e che si continui a dire che mancano i soldi per sistemarli. I dormitori pubblici non sono una soluzione: sono chiusi di giorno e con posti limitati. Pur sapendo che per effetto del Decreto Salvini, che ha soppresso l’accoglienza per la Protezione Umanitaria, molte persone immigrate saranno a breve costrette a dormire per strada, la giunta comunale non ha saputo/voluto predisporre nessuna alternativa.

RIVENDICHIAMO L’URGENZA DI UNA CASA PER TUTT*, L’UNICA SOLUZIONE REALE E DIGNITOSA!!!
AFFERMIAMO IL DIRITTO DI ESISTERE IN QUANTO VIVENTI!
PORTIAMO AVANTI UNA LOTTA CHE TENGA UNITI BISOGNI E NECESSITÀ COMUNI, CONTRO IL RAZZISMO IMBECILLE CHE GODE NEL VEDERCI RIVALI E DIVISI! RICORDANDO CHE IL VERO E UNICO DEGRADO È LO SPAZIO CONCESSO AI FASCISTI E AI RAZZISTI IN CITTÀ!

Assemblea Antifascista di Cesena – cesenantifa@inventati.org