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Sfatiamo i luoghi comuni sulla questione casa!

Un luogo comune vuole che, se non ci sono case per tutt*, la colpa sarebbe delle persone immigrate che, oltre a “rubarci il lavoro”, usufruiscono loro solamente delle prestazioni sociali come il diritto alla casa.
La spiegazione di questo assunto, del tutto assurdo e immotivato, sarebbe che le istituzioni e i comuni garantiscono solamente le persone immigrate ma non i poveri italiani.
La cosa ovviamente non è vera e non sta in piedi ad una disamina complessiva e seria della questione. Sia italiani che immigrati poveri hanno le stesse identiche problematiche. Il problema casa non guarda in faccia a nessun* e alle istituzioni certo non importa di che colore hai la pelle, per le istituzioni importa solo a che classe sociali appartieni: se sei povero allora a loro di te non importa nulla, che tu sia italiano o immigrato poco importa!
Anche i numeri statistici la dicono lunga su quanto sia falsa l’affermazione che “solo agli immigrati vengono date le case”!
A Forlì il numero di persone assegnatarie di una casa popolare è di 1.483. Di questi 1288 sono cittadini italiani (86,5%), solo 166 gli stranieri extracomunitari e 22 quelli comunitari.
In tutta la Regione Emilia-Romagna i numeri sono simili.
Il problema vero, semmai, è che i governi, le istituzioni, i Comuni e l’azienda casa non fanno nulla per trovare soluzioni reali al problema, delegando tutto alla solita logica assistenziale svolta dagli enti confessionali del territorio. Da anni i Comuni non emettono bandi pubblici per le assegnazioni di case popolari, non effettuano alcuna ristrutturazione del patrimonio pubblico esistente e ancora meno spendono per costruire nuovi alloggi di edilizia popolare.
Da decenni i governi che si sono succeduti (nessuno escluso) hanno speso milioni di euro per la fantomatica “sicurezza”, per la videosorveglianza, per le cosiddette “grandi opere” (molte delle quali inutili e/o dannose) e per le missioni militari all’estero ma non hanno messo un soldo da destinare ad un serio piano di costruzione di nuove case popolari.
Questa situazione determina che sempre più persone, sia italiane che immigrate, siano costrette a dormire per strada o cercare alloggi di fortuna, spesso abbandonati e lasciati all’incuria dai proprietari pubblici o privati (in Italia ci sono la bellezza di 7 milioni di case vuote, sfitte ed inutilizzate!). Il governo in carica (Lega-5 Stelle) ha in più varato un decreto sicurezza che ha alzato di molto le pene per il reato di occupazione abusiva di alloggi vuoti. Come se la colpa fosse di chi occupa un tetto per necessità e non di un ingiusto sistema socio-economico che sfrutta le persone e crea disuguaglianze inaccettabili, e della politica che se ne frega!
E così molte persone perdono la vita all’aperto, all’addiaccio sotto le stelle, al freddo.
E’ giusto questo? No che non lo è!
Ecco perché occorre abbandonare le stupide questioni di nazionalità (il razzista “prima gli italiani”) e tornare a fare della solidarietà tra sfruttati l’unica nostra linea guida. Perché solo se ci si unisce con chi ha gli stessi nostri problemi possiamo sperare di avere la forza per pretendere un cambiamento. Altrimenti continuerà la solita guerra tra poveri, tra ultimi e penultimi, mentre chi sta in alto, al comodo di una villa con piscina e riscaldamento sempre acceso, se la riderà vedendoci scannare tra di noi.
Se guerra deve esserci, che sia almeno la guerra consapevole degli sfruttati contro i loro sfruttatori!
Smettiamola di avere vergogna perché se non abbiamo una casa la colpa non è nostra ma di questo sistema cinico e ingiusto: protestiamo, facciamo casino, facciamoci sentire, perché solo così i nostri diritti verranno rispettati. Se stiamo zitti, se stiamo fermi, continueranno a calpestarci come coloro che si credono i padroni sempre hanno fatto.

“Una Casa per Tutt*!” – Forlì

Resoconto del presidio per la casa – “Una casa per tutt*!” – di sabato 2 febbraio a Forlì

Nonostante la pioggia, circa una settantina di persone ieri pomeriggio (2 feb) hanno partecipato al presidio per il diritto alla casa – “Una casa per Tutt*!” – in Piazza Saffi a Forlì.
Direttamente sotto il Comune, si è per ore ricordata la tragica attualità della situazione abitativa di tanti individui, costretti a dormire in strada o in alloggi di fortuna (e spesso ci scappa il morto!), tra un volantinaggio ai passanti, materiale informativo, vin brulè per scaldarci, interventi al microfono, musica e cartelli di protesta che in pochi slogan hanno condensato una realtà che appartiene a sempre più persone. Si è ricordato il caso di Bruno, tuttora in lotta per vedere riconosciuto il suo diritto all’assegnazione di un alloggio, leggendo anche una sua recente lettera aperta (purtroppo Bruno era assente per un accertamenti sanitari). Si è ricordata l’inerzia del Comune e dei servizi sociali del Comune di Forlì, che trattano la questione abitativa come un’ “emergenza” delegando il tutto alla solita pelosa carità assistenziale degli enti confessionali. Non sono state dimenticate nemmeno le responsabilità dell’anagrafe cittadina, che spesso non riconosce il diritto per i senza fissa dimora di iscriversi regolarmente alla residenza fittizia indicata dal Comune, omettendo degli atti che dovrebbe invece compiere per legge. Ma si è anche attaccato l’infame decreto sicurezza del governo in carica, che oltre che associare in maniera grave l’immigrazione al termine sicurezza, sicuramente aggraverà questa situazione, gettando per strada altre migliaia di persone a cui verrà tolto ogni diritto a seguito della cancellazione della protezione umanitaria. Infine si è voluto citare i dati reali sulle assegnazioni di case popolari a Forlì, così come in tutta la Regione, che vedono una preponderante percentuale di italiani (più dell’80%) occupare regolarmente un alloggio di edilizia residenziale pubblica, a sfatare il luogo comune che vorrebbe invece che a beneficiarne fossero solo le persone immigrate. Il razzismo sociale è il peggior nemico degli sfruttati, perché li divide quando invece dovrebbero lottare assieme contro le cause del loro sfruttamento e della loro povertà: l’ordinamento socio-economico odierno che genera disuguaglianza sociale!

“Una Casa X Tutt*!” – Forlì Febbraio 2019

Deliri fascistoidi contro i partigiani – il caso Minutillo di FdI

Non pago di aver recentemente parlato di “banda di assassini” per i componenti della banda partigiana di Silvio Corbari e detto che Corbari stesso, Iris Versari, Adriano Casadei ed Arturo Spazzoli si sono meritati di finire appesi ai lampioni della piazza di Forlì, ivi tenuti per giorni come monito agli antifascisti dopo essere stati torturati ed uccisi il 18 agosto 1944 da nazisti e fascisti a Ca’ Cornio nelle colline di Modigliana e a Castrocaro, l’esimio avvocato Francesco Minutillo, dirigente di Fratelli d’Italia a Forlì (da cui nel 2016 era stato momentaneamente sospeso per alcune sparate razziste su Facebook*), si è recato mercoledì 23 gennaio sulla tomba del capitano partigiano “Bulow” (Arrigo Boldrini) al cimitero di Ravenna, offendendone la memoria, chiamandolo “criminale” e la sua “una banda di assassini e criminali”, accompagnando questi deliri fascistoidi a falsità storiche e attacchi alla Resistenza. Ricordiamo che Minutillo è quello che a Forlì collabora coi neo-nazi di Lealtà e Azione (Associazione Memento) e organizza convegni spacciati come storici ma in realtà palesemente revisionisti (come quello con il revisionista Gianfranco Stella sulle “atrocità partigiane”). Un bel personaggino, insomma!

  • il post del 2016 conteneva le seguenti parole: “(…) mentre i cani islamici ci uccidono e ci sterminano noi pensiamo a fare leggi perché i froci si possano sposare e ci scandalizziamo se un negro viene accoppato dopo aver aggredito un italiano” –[Chiaro il riferimento all’uccisione di Emmanuel, il ragazzo di Fermo ucciso a botte da un simpatizzante di CasaPound]“Solo un nuovo manifesto di Verona contro islamici e negri ci può salvare. Nuove leggi razziali e tutela della cristianità: ecco cosa dovremmo fare. Ma gli italiani popolo bue non lo faranno anche per colpa della nostra schifosa costituzione scritta dai maiali partigiani”.

Forlì – Una Casa X Tutt*! – Presidio SAB 2 FEB

35.000 nuclei famigliari in attesa di una casa popolare in Emilia-Romagna (stime Acer);

Più di 850 nuclei famigliari in attesa solamente a Forlì;

Migliaia di persone sfrattate perché perdono il lavoro o non possono pagare gli affitti da rapina che il mercato immobiliare pretende;

Rialzo dei canoni d’affitto, da parte della giunta regionale del PD, per chi una casa popolare già l’abita;

Circa 7 milioni di abitazioni vuote o invendute in Italia!
Ma il governo in carica ha aumentato le pene per chi, in stato di bisogno, occupa un immobile abbandonato;

Introduzione dell’assurda norma (volutamente razzista ma che colpisce anche i senza fissa dimora italiani) dei tre anni di residenza in Regione per l’accesso alle case popolari;

Bandi pubblici emessi col contagocce: a Forlì è dal 2013 che non c’è un bando per le case popolari; mentre le assegnazioni speciali per le emergenze abitative non vengono fatte con la scusa della mancanza di soldi; Eppure la Regione a settembre e dicembre ha inviato ai comuni centinaia di migliaia di euro per la manutenzione delle proprietà Erp ! Ma i soldi pubblici (milioni di euro!) vengono investiti nella “sicurezza”: telecamere, fibre ottiche, pattuglie “antidegrado”, pulitura dei muri dai graffiti…

Unica risposta all’“Emergenza Freddo” (come se il freddo d’inverno fosse imprevisto!): un ente confessionale finanziato con soldi pubblici che fornisce dormitori inadeguati, posti disponibili insufficienti e permanenza limitata (alle 8 di mattina gli “ospiti” vengono buttati fuori; inoltre la permanenza nei dormitori è limitata a circa un mese, dopodiché si deve lasciare il letto ad altri);

Come conseguenza di tutto ciò, morti in strada sempre più frequenti: come Franco Lotti, di 67 anni, morto nel dicembre 2011 a Forlì; e Imo Obinna, trovato senza vita in una colonia di Cesenatico questo novembre dopo essere uscito dal sistema di “accoglienza”.

BASTA PRESE IN GIRO ! FUORI LE CASE POPOLARI !
L’UNICA POLITICA ABITATIVA CHE CI SERVE: UNA CASA PER TUTT*

Comitato “Una Casa Per Tutt*!” Forlì
unacasaxtutti@autistici.org

Stamattina Presidio Solidale davanti al Tribunale di Forlì

Stamattina, 23 gennaio, un nutrito gruppo di solidali ha effettuato un presidio davanti all’entrata principale del Tribunale di Forlì. Occasione: l’apertura del processo a carico di alcune persone, accusate a vario titolo di essersi opposte all’apertura in via Albertini a Cesena di una sede di estrema destra, neofascista, avvenuta circa un anno fa. Volantinaggio e striscione a ribadire la solidarietà nei confronti delle persone accusate!
Per noi dell’Assemblea Antifascista di Cesena, come abbiamo avuto modo di dire e scrivere più volte, è il fascismo – vecchio o nuovo che sia – a non avere cittadinanza nella città in cui abitiamo! Crediamo fermamente che il fascismo, il razzismo, il sessismo, l’omofobia, la violenza contro le diversità, l’autoritarismo più becero non debbano trovare spazio, né a Cesena né altrove.
In tante e tanti ci siamo mobilitat* fin da subito contro la deriva xenofoba e fascistoide della società in cui viviamo. Per questo, il processo che si è aperto stamane lo percepiamo non solo come diretto contro alcune persone in particolare ma anche contro i valori dell’antifascismo stesso: un tentativo di zittire ed affossare una lotta collettiva e partecipata, che sta andando avanti da tempo, contro questi rigurgiti nefasti.

Assemblea Antifascista di Cesena

L’infame Decreto Salvini – gli effetti anche a Forlì

L’effetto dell’infame Decreto Salvini si fa sentire anche a Forlì, con lo sgombero avvenuto ieri dell’ex cinema Ciak di via Episcopio Vecchio, ormai un rudere, di proprietà di una cooperativa (la Cooperativa Muratori Verucchio-CMV) poi fallita con un crack da 275 milioni di euro. Da tempo lo stabile è stato messo all’asta dai curatori fallimentari. Lo sgombero ha portato a 10 denunce per altrettante persone immigrate (occupazione di immobili più altre denunce legate alla situazione di “clandestinità” di alcune di loro) che, non avendo ormai più diritto alla protezione umanitaria, per il noto effetto del decreto del governo fascio-leghista, e non avendo casa, come unico approdo avevano trovato rifugio all’interno di questo stabile abbandonato da anni, in questo freddo inizio 2019.
Per altre 4 persone che dormivano all’interno è stato revocato il permesso di soggiorno per supposta “pericolosità sociale”.
Tra l’altro, per questa tipologia di “reato” legata al bisogno immediato, le istituzioni che governano col pugno di ferro contro i poveri e gli sfruttati (sia immigrati che italiani, come sta a dimostrare l’articolo del decreto-legge che introduce il reato di blocco stradale, punendo ogni picchetto di lavoratori) hanno anche aumentato recentemente le pene, mentre dall’altra non offrono nessuna alternativa reale.
Se chi occupa uno stabile vuoto da anni per non morire di freddo in strada viene considerato “pericoloso”, come dovremmo definire gli artefici di questo governo che stanno contribuendo a gettare per strada migliaia di persone? Oltre alle persone respinte in mare, annegate o rimandate il Libia per essere torturate e rinchiuse, questo governo (ma certo quelli che l’hanno preceduto non erano poi meglio, vero Minniti?) porta la responsabilità anche di questa ulteriore nefandezza!

Vedi articolo di giornale:
https://www.ilrestodelcarlino.it/…/cr…/clandestini-1.4403858

23 Gennaio – Presidio solidale Antifa sotto il Tribunale di Forlì

MERCOLEDì 23 GENNAIO, ALLE ORE 9:00, PRESIDIO SOLIDALE DAVANTI AL TRIBUNALE DI FORLÌ, IN OCCASIONE DELL’APERTURA DEL PROCESSO PER LE PERSONE ACCUSATE DI ESSERSI OPPOSTE AD UN COVO FASCISTA A CESENA

In vista dell’apertura del processo previsto il 23 gennaio 2019 lanciamo un presidio sotto il Tribunale di Forlì per creare una diffusa solidarietà nei confronti delle/degli antifascist* accusat* di essersi opposte in vario modo all’apertura della sede neofascista di via Albertini a Cesena.
In questo momento in cui, a livello locale come nazionale, rigurgiti autoritari, razzisti e fascisti stanno riprendendo forza è necessario e urgente scegliere da che parte stare e mantenere alta l’attenzione e la lotta antifascista!

Solidarietà alle e agli antifascist* sotto processo per l’opposizione ad un covo neofascista a Cesena!

In vista dell’apertura del processo previsto il 23 gennaio 2019 a carico di alcune persone antifasciste, colpite da diverse denunce (violenza privata, diffamazione, minacce ed altre) con l’accusa di essersi opposte in vario modo all’apertura della sede fascista di via Albertini a Cesena, lanciamo per Sabato 5 gennaio un presidio itinerante per le strade della città di Cesena, per creare una diffusa solidarietà nei confronti delle/degli antifascist* accusat*, auspicando la partecipazione di chi, nel corso di quest’anno e non solo, ha attraversato le assemblee e le varie iniziative sul territorio.

Mercoledì 23 gennaio vi è inoltre l’intenzione di rendere visibile
la solidarietà con un presidio sotto il Tribunale di Forlì,
in occasione dell’apertura del processo
.

SABATO 5 GENNAIO PRESIDIO
ITINERANTE IN CENTRO A CESENA!
Ore 16:00 ritrovo in Piazza della Libertà Cesena  

Assemblea Antifascista di Cesena cesenantifa@inventati.org

Neonazisti a Forlì

Da un po’ di tempo anche a Forlì i neonazisti di “Lealtà & Azione” stanno cercando di mettere radici, spesso in modo strisciante.
Venerdì 7 dicembre 2018 hanno presentato il calendario 2019 dell’Associazione “I lupi danno la zampa”, l’associazione “animalista” legata a Lealtà Azione, al bar Caffetteria Perugini di via dei Filergiti 5 a Forlì
E’ la seconda volta che questi neonazi fanno iniziative in quel bar (nella stessa caffetteria avevano tenuto una raccolta fondi per l’ennesima associazione collaterale qualche mese fa).

Invece il 1 dicembre i neonazi di (S)Lealtà & Azione per l’occasione si sono mascherati dietro un altro nome, quello dell’Associazione Memento ovvero uno delle tante “associazioni” sotto cui si cela la compagine neonazista (una altro nome con cui spesso si presentano è quello dell’Associazione Bran.Co, da notare sempre il riferimento al lupo, simbologia già usata al tempo dai nazisti).
Come Memento, assieme ad un fantomatico “Istituto storico crimini della Resistenza”, hanno deciso di invitare il revisionista storico e ravennate Gianfranco Stella a presentare il suo ultimo libraccio contro i partigiani, intitolato nientemeno che “COMPAGNO MITRA. SAGGIO STORICO SULLE ATROCITA’ PARTIGIANE”.
La presentazione del libro è avvenuta 
all’Hotel Globus City di Forlì (via Traiano Imperatore 4) con la presenza dell’avvocato Francesco Minutillo di Fratelli d’italia come moderatore.
Da notare che lo stesso libraccio, infarcito di fatti decontestualizzati e parziali e del tutto in malafede (lo stesso Stella afferma di essersi spacciato per una persona di sinistra al fine di ottenere testimonianze per la compilazione del libro), era già stato presentato anche a Ravenna il 26 novembre scorso, con una conferenza stampa congiunta in cui a fianco di Stella compariva anche Alberto Ancarani di Forza Italia.
E’ estremamente grave che questo genere di pubblicazioni vengano propagandate come realtà storica. Ma cosa aspettarsi da chi, come Ancarani, anche recentemente si è espresso contro la revoca della cittadinanza onoraria a Mussolini da parte del Comune di Ravenna!?!

Comunque sia, è ancor più grave che neonazisti come Lealtà Azione trovino spazio, ospitalità ed aiuto nella città di Forlì.
Lealtà Azione è uno dei gruppi più violenti e antisemiti che esistono oggi in Italia nell’area di estrema destra, in Lombardia e Liguria per esempio hanno già conquistato l’egemonia dell’area, anche attraverso innumerevoli episodi di violenza che vedono come protagonisti alcuni hammerskin gravitanti attorno all’organizzazione.
Lealtà Azione in Romagna è presente ad oggi con alcuni sparuti militanti soprattutto nella provincia di Forlì-Cesena, ma ha anche organizzato la pulizia della lapide di Ettore Muti al cimitero di Ravenna e gode di conoscenze tra i militanti di Lealtà Azione emiliani, specialmente di Bologna, Modena e Reggio Emilia.
I militanti romagnoli di L&A hanno aperto una pagina Facebook denominata  “Fortezza Identità Tradizione” in cui pubblicizzano le loro iniziative.